[spectre] MULTIVERSITY, or the Art of Subversion (Venice, 16-18 May)

Matteo Pasquinelli matml at gmx.it
Fri Apr 25 12:42:05 CEST 2008



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First call

MULTIVERSITY, ovvero l'arte della sovversione.

16-17-18 maggio

S.a.L.E. DOCKS

VENEZIA

www.sale-docks.org


L'evento "Multiversity, ovvero l'arte della sovversione" nasce da un  
lavoro congiunto di Uni.Nomade e S.a.L.E. (Signs and Lyrics  
Emporium), tra una rete transterritoriale di militanti e ricercatori  
impegnati nell'analisi critica dei temi della contemporaneità e uno  
spazio autogestito, S.a.L.E. docks, nato alcuni mesi fa a Venezia con  
lo scopo di intervenire praticamente sul terreno della produzione  
culturale. Terreno che, non solo a Venezia, si è ormai affermato  
quale ambito privilegiato per gli attuali processi di valorizzazione  
del capitale.

Se infatti ci si concentra sull'arte contemporanea, tale  
indiscutibile importanza è riscontrabile su almeno tre livelli.
Il primo è quello del ruolo centrale che beni immateriali e saperi,  
creatività e affetti, attitudini relazionali e comunicative vengono  
ad assumere per le forme contemporanee del modo di produrre: la  
produzione artistica non può sfuggire a questa centralità.
Il secondo è quello del rapporto tra produzione culturale e  
metropoli, dove l'intreccio tra urbanistica e architettura, moda e  
design, arte e letteratura, in quello spazio produttivo sociale per  
eccellenza che sono i bacini urbani, diviene da un lato elemento  
cruciale nei processi di soggettivazione attraverso i quali si  
costituisce la molteplicità di forme di vita che li abitano,  
dall'altro fattore decisivo per definire il posizionamento strategico  
di ciascuna area metropolitana nella competizione economica tra città  
globali.
Il terzo è quello del rapporto tra mercato dell'arte e capitale  
finanziario: a livello globale, banche e multinazionali sono tra i  
principali investitori in un settore che appare oggi come l'unico a  
non essere neppure sfiorato dalla crisi che investe il sistema  
mondiale della circolazione di denaro.


Ciò che vediamo all'opera è un complesso apparato di cattura, che il  
capitale ha messo in campo nei confronti dei flussi plurali di  
produzione culturale informale, a partire dall'appropriazione della  
capacità cooperante di singole intelligenze e singoli modi di vita,  
per assicurarsi la messa a valore di quello che è stato definito il  
"capitale simbolico collettivo".
La complessità di queste dinamiche dipende da un duplice meccanismo  
di sfruttamento, il cui primo aspetto è costituito dalle gabbie della  
proprietà intellettuale e da ogni ulteriore momento di privata  
appropriazione del sapere sociale generale, mentre il secondo è  
quello del rapporto parassitario che viene a stabilirsi nei confronti  
della produzione creativa da parte di quegli interventi speculativi,  
che si determinano nel corpo della metropoli là dove si costruiscono  
istituzioni statali e private, grandi eventi e fiere legati all'arte,  
distretti e meta-distretti culturali.

Ciò in cui l'esperienza del S.a.L.E. vuole immergersi criticamente,  
ciò che l'evento Multiversity ha deciso di affrontare  
problematicamente, si chiama "fabbrica della cultura", ovvero il  
luogo della valorizzazione del capitalismo cognitivo, ma che tale è  
solo nella misura in cui è, prima di ogni altra cosa, il luogo della  
potenza della soggettività creativa, dell'espressione delle  
moltitudini, e, di conseguenza, lo spazio di un quotidiano corpo a  
corpo tra libertà della creazione e autonomia della cooperazione, da  
un lato, e dispositivi del dominio e dello sfruttamento di questa  
potenza produttiva, dall'altro.

E' alla luce di ciò che, all'interno di Multiversity, verranno  
presentati, discussi e confrontati con le più avanzate esperienze  
europee e globali i primi risultati, seppur parziali, di un'inchiesta  
sul precariato cittadino legato all'arte contemporanea e al lavoro  
immateriale. Qui, la questione principale è quella della comprensione  
dei comportamenti diffusi e delle modalità d'intervento che possono  
trasformare una composizione sociale, già centrale nelle forme di  
produzione contemporanee, in una composizione politica. Verrà inoltre  
affrontato il nodo del ruolo che la formazione universitaria, per un  
verso, e le reti della comunicazione, per un altro, svolgono  
all'interno della più complessiva organizzazione del lavoro nella  
"fabbrica della cultura".


Premessa indispensabile a questa discussione è il confronto intorno  
all'arte contemporanea intesa come "istituzione sociale allargata":  
dalla vicenda storico-artistica che ha spinto l'arte del Dopoguerra  
dallo spazio trascendentale della specificità mediale allo spazio  
sociale con i suoi rapporti di forza, alle relazioni che si  
stabiliscono tra arte, movimenti sociali e attivismo culturale al di  
fuori di ogni retorica avanguardistica, ai modi della cattura da  
parte del sistema artistico istituzionale e dei circuiti della  
finanziarizzazione nei confronti di un vasto patrimonio di pensiero  
critico e di modi di vita conflittuali. Per queste ragioni, l'evento  
Multiversity sarà articolato in quattro sessioni seminariali:

1. Arte e attivismo
Si intendono qui problematizzare la vicenda storica e le forme  
contemporanee dell'intreccio tra arte e attivismo.
Alcune delle domande da cui partire saranno le seguenti.
Attraverso quale percorso si è passati da una concezione dell'opera  
come trascendenza ad una concezione della stessa come oggetto,  
processo o dinamica in grado di intervenire all'interno dello spazio- 
tempo dell'uomo e, successivamente, all'interno dei processi sociali?
Come si è passati da un criterio di giudizio dell'opera basato su di  
una topografia delle sue caratteristiche materiali ad uno fondato,  
invece, sull'analisi della sua funzione, ovvero della sua efficacia  
in termini sociali?
Come funziona oggi, in epoca postfordista, l'arte attivista? Qual'è,  
una volta abbandonata ogni retorica avanguardista, la posizione  
dell'arte e degli artisti rispetto ai movimenti?

2. Arte e mercato: tra libertà creativa e cattura finanziaria

Questo secondo punto deve necessariamente muovere da una raccolta di  
dati sulle dimensioni del mercato dell'arte e dal suo rapporto con il  
capitale finanziario.
L'arte viene qui assunta come esempio di valore paradigmatico a causa  
di un paradosso estremo che la interessa: se il lavoro artistico  
esprime un livello massimo di libertà creativa, allo stesso tempo  
esso subisce la massima fissazione all'interno del capitale finanziario.

3. Arte e metropoli

In questa sessione sarà trattato il tema del ritorno dell'efficacia  
del paradigma artistico sulle istituzioni sociali. Naturalmente, sarà  
necessario allargare lo spettro di indagine ad ambiti quali il  
design, la moda, la grafica e l'architettura.
Sappiamo come le metropoli contemporanee, caratterizzate da  
concentrazioni significative di lavoratori della conoscenza e  
creativi, alimentino l'industria dell'entertainment attraverso un  
consistente sostrato di produzione culturale informale continuamente  
rinnovato. Di rimando, una molteplicità di elementi elaborati o ri- 
elaborati dalla produzione artistico-creativa contemporanea diventano  
costitutivi della vita metropolitana e delle sue forme soggettive.
Ricorrendo ad una formula potremmo affermare che "l'arte disegna la  
propria fabbrica".
E' questo ciclo continuo e reversibile che ci interessa indagare.

4. Arte e moltitudine: per l'inchiesta su composizione sociale,  
conflitti e organizzazione del lavoro vivo dentro la "fabbrica della  
cultura"

In questa sezione andrà affrontato il nodo dei rapporti tra  
singolarità e moltitudine, e tra produzione individuale e costruzione  
del comune.
Due sono i piani di ricerca su cui procedere parallelamente.
Il primo è storico-artistico e riguarda i tentativi che, a partire  
dagli anni Sessanta, sono stati sviluppati dagli artisti in risposta  
alla retorica del genio individuale, fino alle attuali piattaforme di  
produzione collettiva legate alla affermazione e alla diffusione  
dell'hacking sociale.
Il secondo piano riguarda l'inchiesta rispetto alla composizione  
sociale del precariato cresciuto attorno all'indotto dell'industria  
culturale. Dagli studenti nei circuiti della formazione ai precari  
delle cooperative che si occupano di logistica e allestimento, agli  
stagisti, ai networkers, ai consulenti a progetto e a partita Iva  
fino a quel ceto globale di artisti e di figure professionali  
intenzionate a divenire parte integrante del sistema internazionale  
dell'arte.
Di tutta questa ampia galassia sociale dovremo indagare condizioni  
materiali di vita e di lavoro, bisogni e aspirazioni, desideri e  
possibili rivendicazioni.
Tutto questo per arrivare al punto chiave: come trasformare questa  
composizione sociale in una composizione politica?


Hanno già assicurato il loro intervento: Marco Baravalle, Chiara  
Bersi Serlini, Antonella Corsani, Anna Daneri, Alberto De Nicola,  
Claire Fontaine, Brian Holmes, Maurizio Lazzarato, Antonio Negri,  
Pascal Nicolas-Le Strat, Hans Ulrich Obrist, Osfa, Matteo  
Pasquinelli, Judith Revel, Gigi Roggero, Devi Sacchetto, Pier Luigi  
Sacco, Marco Scotini, Marko Stamenkovic, Javier Toret Medina, Angela  
Vettese, Giovanna Zapperi.



ORARI



VEN.16 ore 17 Arte e Attivismo.

                        ore 21 Performance: Margine Operativo.



SAB.17 ore 9.30 Arte e Attivismo (seconda sessione)

                        ore 14 Arte e Mercato.

                        ore 17.30 Arte e Metropoli.

                        ore 21 Performance....



DOM.18 ore 9.30 Arte e moltitudine.





First call



MULTIVERSITY, or the Art of Subversion.



16, 17 and 18 May 2008

S.a.L.E. DOCKS

VENICE

www.sale-docks.org


The event "Multiversity, or the Art of Subversion" is the fruit of a  
joint effort between Uni.Nomade and S.a.L.E. (Signs and Lyrics  
Emporium), between a trans-territorial network of militants and  
researchers carrying out a critical analysis of the themes of  
contemporaneity and a self-managed space, called S.a.L.E. docks, born  
a few months ago in Venice so as to intervene on a practical level in  
the world of cultural production. A world which, not only in Venice,  
has affirmed itself as preferred area for current capital  
valorisation processes.

In fact, if we concentrate on contemporary art, this undoubted  
importance can be seen on at least three levels.
The first is the central role which immaterial assets and knowledge,  
creativity and affections, relational and communicational talents  
assume for contemporary forms of production: artistic production  
cannot get away from this centrality.
The second is the relationship between cultural production and the  
metropolis where the interlacing between town-planning and  
architecture, fashion and design, art and literature, in that  
productive social space par excellence – the urban basins – becomes  
on the one side a crucial element in the process of subjectification  
through which are built the multiplicity of forms of life which  
inhabit it, to the other decisive factor for defining the strategic  
positioning of each metropolitan area in the economic competition  
between global cities.
The third is the relationship between the art market and the  
financial capital: at a global level, banks and multinationals are  
the among the main investors in a sector which today seems to be the  
only one to have not been even slightly touched by the crisis which  
has overrun the world system of money circulation.


What we are now seeing is a complex capturing system, which capital  
has brought into play in the multiple flow of informal cultural  
production, from the appropriation of the ability to cooperate of  
individual intelligences and individual ways of life, to ensure the  
valorisation of what has been defined as the "symbolic collective  
capital".
The complexity of these dynamics depends on a double mechanism of  
exploitation, where the first aspect is made up of the barriers of  
intellectual property and from each further moment of private  
appropriation of general social knowledge, while the second is the  
parasitic rapport which is established towards the creative  
production by those speculative interventions occurring in the body  
of the metropolis, there where state and private institutions, large  
events and art fairs, and cultural zones and meta-zones are established.

Where S.a.L.E.'s experience wants to immerse itself critically, what  
the Multiversity event has decided to face, is called "culture  
factory", that is the place of valuation of cognitive capitalism, but  
it is only so in the measure in which it, before anything else, the  
place of creative subjectivity, of the expression of the multitudes,  
and consequently, the space of a face-to-face between creative  
freedom and autonomy of cooperation on the one hand, and the system  
of dominion and exploitation of this productive force on the other.

In this light, Multiversity, will present, discuss and compare, with  
the most advanced European and global experiences, the first results,  
although partial, of an enquiry on the city's job insecurity linked  
to contemporary art and intangible work. Here the main question is to  
understand widespread behaviours and the methods of intervention  
which could change a social composition, already central in the forms  
of contemporary production, in a political composition. Examined also  
will be the core issues of the role of university training on the one  
side, and the communication network on the other side, played within  
the most complex organisation of the work of the "culture factory".


An indispensable requisite for this discussion is the comparison  
around contemporary art understood as a "wider social institution":  
from the historical-artistic events which drove art in the post-war  
period from the transcendental space of medial specificity to the  
social space with its relationships of strength, to the relationships  
established between art, social movements and cultural activism  
outside of any avant-garde rhetoric, to the methods of capture by the  
institutional artistic system and by the financial ciruits of a vast  
heritage of critical thought and conflicting ways of life. For these  
reason, the Multiversity event will be organised into four seminar  
sessions:

1. Art and activism

This means problematizing historical events and contemporary forms in  
the interlacing between art and activism.
Some of the questions to start off the discussion will be:
Which road was travelled to reach the conception of the work as  
transcendental to a conception of the same as object, process or  
dynamic able to intervene within man's space-time and subsequently,  
within social processes?
How did we go from a judgement of the work based on a topography of  
its material characteristics to one based, instead, on the analysis  
of its function, or even its efficiency in social terms?
How does it function today, in this post-Ford era, activist art?  
What, once all avant-garde rhetoric is abandoned, is the position of  
art and artists with respect to movements?

2. Art and the market: between creative freedom and financial capture

This second point must necessarily move from gathering date on the  
size of the art market and its relationship with financial capital.
Art is taken here as an example of paradigmatic value because of the  
extreme paradox which affects it: if artistic work expresses a  
maximum level of creative freedom, at the same time it is subject to  
maximum fixation within the financial capital.

3. Art and metropolis

This session will deal with the theme of the return of efficiency of  
artistic paradigm on social institutions. Naturally, it will be  
necessary to widen the spectrum of research to spheres such as  
design, fashion, graphics and architecture.
We know how contemporary metropolises, defined by the important  
concentration of Knowledge and creative workers, feed the  
entertainment industry through a consistent substratum of informal,  
continually renewed, cultural production. On the other hand, a  
multiplicity of elements worked and re-worked by contemporary  
artistic-creative production establishes metropolitan life and its  
subjective forms.
Using a formula, we could say that "art designs its own factory".
And it is this continuous and irreversible cycle which we are  
interested in looking into.

4. Art and multitude: for the enquiry into social composition,  
conflicts and organisation of live work in the "culture factory"

This session will examine the core of the relationship between  
singularity and multitude, and between individual production and  
construction of the common.
There are two research plans which will proceed in parallel.
The first is historical-artistic and concerns the attempts which,  
starting in the 60s, were developed by artists in response to the  
rhetoric of the individual genius, up to the current platforms of  
collective production tied to the affirmation and diffusion of social  
hacking.
The second plan concerns the survey into social composition of  
precarious workers which has grown around the culture industry's  
drive. From the students in the training circuits to temporary  
workers in the cooperatives for logistics and stage design, trainees,  
networkers, project consultants, freelancers, to that global class of  
artists and professionals intent on becoming an integral part of the  
international art system.
In all this wide social galaxy, we will need to investigate the  
material conditions of life and work, needs and aspirations, desires  
and possible assertions.
All this to get to the key point: how to transform this social  
composition into a political composition?


Speakers: Marco Baravalle, Chiara Bersi Serlini, Antonella Corsani,  
Anna Daneri, Alberto De Nicola, Claire Fontaine, Brian Holmes,  
Maurizio Lazzarato, Antonio Negri, Pascal Nicolas-Le Strat, Hans  
Ulrich Obrist, Osfa, Matteo Pasquinelli, Judith Revel, Gigi Roggero,  
Devi Sacchetto, Pier Luigi Sacco, Marco Scotini, Marko Stamenkovic,  
Javier Toret Medina, Angela Vettese, Giovanna Zapperi.



TIMES

1) Friday 16 at 17:00 – Art and Activism

                         21:00 - Performance: Margine Operativo



2) Saturday 17, 9:30 – Art and Activism (second session)

                          14:00 - Art and Market

                          17:30 – Art and Metropolis

                          21:00 - Performance....



3) Sunday 18, 9:30- Art and moltitude.





-- 
S.ignsA.ndL.yricE.mporium
Docks 187-188
Punta della Dogana
Venezia

www.sale-docks.org
www.myspace.com/saledocks187




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